Screening Gratuiti per gli apprendimenti

Il Centro “Per Mano” in occasione della Giornata Nazionale della Psicologia, propone una settimana di screening gratuiti, dall’ 8 al 14 ottobre per le difficoltà di apprendimento.

valutazione gratuita apprendimenti scolastici

 

COME SI SVOLGE?

Lo screening proposto al Centro “Per Mano”, viene svolto dalla dott.ssa Dri Vanessa Psicologa Specializzata nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico.

L’incontro dura circa 90 minuti, consiste in un breve colloquio con i genitori, e una valutazione di “primo livello” con il bambino.

Questa prima fase di valutazione, non si sostituisce ad una diagnosi, ma è molto utile per identificare i bambini che necessitano di un ulteriore approfondimento.

A termine si concorderà un ulteriore appuntamento, dove il clinico illustrerà gli esiti dello screening e consegnerà un breve referto con i dati dei test somministrati.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE FARE UNO SCREENING?

Permette di attivare un intervento precoce: è dimostrato che le difficoltà si riducono se si interviene precocemente.

Consente di evitare le diagnosi tardive: più avanti nel tempo verrà effettuata la diagnosi di DSA e maggiori saranno le ripercussioni emotive sull’alunno.

Consente di creare un dialogo costruttivo con la famiglia: se il docente fa presente ai genitori che ci sono segnali di rischio da tenere monitorati, tutti quanti lavoreranno nella stessa direzione per il benessere del bambino.

INFORMAZIONI UTILI

Lo screening si svolgerà presso la sede del Centro “Per Mano” sito in Codroipo, via Circonvallazione Sud 74, primo piano (int 4).

PRENOTAZIONI

Per concordare l’appuntamento, contattare la Dott. Vanessa Dri, nelle seguenti modalità:

-contatto telefonico diretto

-tramite un sms telefonico

-tramite e-mail

Indicare nome e cognome (del genitore o del bambino),classe frequentata, numero di telefono dove eventualmente poter essere ricontattati.

tel: 340.7816115

e-mail: centropermano@gmail.com

DISLESSICO…devo dispensarlo dalla lettura in classe?

Rispondo alla domanda di un insegnante!

Lorenzo è ragazzino con Disturbo Specifico della Lettura e frequenta la quinta elementare. Sulla diagnosi rilasciata dall’ASL, viene indicato: Dispensa dalle lettura ad alta voce, a meno che egli non lo richieda espressamente.

Il ragazzino è consapevole di avere delle difficoltà superiori rispetto alla norma e preferisce evitare la lettura in classe, perché  lo mette fortemente a disagio,  ma a casa si lamenta con la mamma perché l’insegnante non lo tratta come gli altri.

Come possiamo fare per evitargli l’ansia da lettura e la sensazione di inadeguatezza? e allo stesso tempo come possiamo renderlo partecipe e coinvolgerlo nella lettura?

 

Possiamo dire: “Domani leggeremo in classe il secondo capitolo di storia! Inizierà a leggere per primo Lorenzo, poi seguirà Isabella” (che ha una difficoltà di attenzione e concentrazione) e così via…

Lorenzo andrà a casa e farà allenamento con la mamma o con il papà nella lettura, leggerà il primo paragrafo molte volte, forse arriverà a scuola e lo saprà completamente a memoria, ma questo a noi non interessa!

L’ obbiettivo principale è che Lorenzo si  senta adeguato e uguale ai suoi compagni, ma sopratutto che questi non lo prendano in giro per la sua lentezza durante la lettura..

Quindi un ragazzino con Disturbo Specifico della Lettura deve essere dispensato dalla lettura in classe?

                                                                                                                                                                                    NI!

 

Dott.Vanessa Dri

 

 

 

MIO FIGLIO HA UNA DIAGNOSI DI DSA, VORREI COMPRARGLI UN PC E UNA CALCOLATRICE, MI SPETTA LA DETRAZIONE FISCALE?

Spesso i genitori mi chiedono informazioni a riguardo…allora cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!

Per fruire della detrazione, il beneficiario deve essere in possesso di un certificato rilasciato dal Servizio sanitario nazionale, da specialisti o strutture accreditate, ai sensi dell’art. 3, comma 1, della legge n. 170 dell’8 ottobre 2010, recante “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, che attesti la diagnosi di DSA.
Ai fini della detrazione, le spese sostenute devono essere documentate da fattura o scontrino fiscale, nel quale indicare il codice fiscale del soggetto DSA e la natura del prodotto acquistato o utilizzato.

Sono detraibili tutti i prodotti a condizione che sia presente un collegamento funzionale tra l’acquisto e il tipo di disturbo dell’apprendimento diagnosticato (ovvero gli strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o aiutano l’alunno con Dsa nella sua attività di apprendimento)

Ad esempio:

  • la calcolatrice
  • la sintesi vocale
  • il registratore
  • i programmi di video scrittura
  • i computer

La norma dispone, altresì, che la detrazione spetta anche se le spese sono state sostenute nell’ interesse di familiari a carico.

Per acquistare è  necessario presentare una dichiarazione rilasciata dal medico specialista dell’Asl di appartenenza. La prescrizione può essere rilasciata in originale o in copia o essere sostituita da un autocertificazione in cui il contribuente dichiara di esserne in possesso per il medesimo prodotto, indicando data di rilascio e servizio o reparto che l’ha sottoscritta.

Lo sconto non sarà immediato!!! – il beneficiario potrà godere di una detrazione ai fini IRPEF pari al 19% della spesa sostenuta, a partire dalla dichiarazione dei redditi 2019 (sui redditi del 2018).

 

Per maggiori informazioni:

Prendere visione alla normativa  completa Art.2comma 9 (segue)

http://www.handylex.org/stato/l280297.shtml

http://www.handylex.org/stato/l050292.shtml#a3

Dott.ssa  Dri Vanessa

Specializzata in Disturbi Specifici dell’Apprendimento

ApprendiMenti Estivi

Durante l’estate saranno attivi due laboratori:

Uno rivolto agli alunni delle scuole primarie e uno rivolto ai ragazzi delle scuole di primo grado.

supporto compiti estivi
Laboratori Estivi per elementari

Il laboratorio per gli alunni delle elementari è rivolto prevalentemente al supporto compiti estivi e parallelamente al potenziamento della abilità di letto-scrittura.

 

 

 

 

Il laboratorio per i ragazzi delle scuole medie, offrirà degli esempi pratici su come prepararsi a raggiungere un metodo di studio funzionale e autonomo, parallelamente verranno eseguite esercitazioni sulla produzione del testo scritto.

 

Susanna…frequenta il Liceo…il suo sfogo e le sue difficoltà.

Pochi giorni fa ho conosciuto Susanna, frequenta la seconda superiore del Liceo delle Scienze Umane.

Arriva, accompagnata dai suoi genitori, si siede di fronte a me  con  a lato i suoi genitori.

Mi presento mentre osservo  le sue mani giunte  trattenere un tremore.
Invito la famiglia a raccontare il motivo che li ha portati a questo incontro e Susanna , senza lasciare  spazio di parola ai genitori,  manifesta il peso di questo fardello che  sente tutto suo e con gli occhi colmi di lacrime mi dice:

Io non sono stupida, ma è quello che vogliono farmi sembrare” .
 Le dico  “ Parlami” , e lei continua:

“Fin da piccolina ho sempre fatto molta fatica a studiare e ora , in seconda superiore, lo studio sta diventando logorante, ogni giorno ci sono una o più  verifiche, ogni giorno ci sono una o più interrogazioni. Per poter stare al passo con i mie compagni studio tutto il giorno, rimango sveglia anche fino alle due di notte per ripassare le materie già  studiate,  poi arrivo a scuola e davanti ai professori mi crollano  tutti gli schemi e le mappe mentali che ho costruito , tutto ciò che ho studiato fino a poche ora prima, svanisce nel nulla.
Allora  ho provato a svegliarmi alle cinque del mattino,  ma anche questa strategia non ha dato risultati. A volte  sono fortunata l’insegnante mi chiede un argomento a piacere e in quelle situazioni riesco a ricordarmi tutte le frasi studiate a memoria.
Il mio discorso fila liscio , apparentemente sembra che l’argomento io  l’abbia capito … in realtà, sto ripetendo, come un pappagallo, tutte le frasi del libro…e non c’ho capito una mazza!!  Però i professori sono contenti, dicono che in certe  occasioni  ho buone proprietà di linguaggio.
Il problema sussiste quando le interrogazioni spaziano su più capitoli, i concetti li so  mi creda, li ho ben chiari in mente ma non riesco a esprimermi,  a formulare una frase  di senso compiuto. Poi inizia a tremarmi  la voce,  percepisco la mia agitazione, mi irrigidisco  perché sono consapevole che le cose non stanno prendendo la piega giusta, in quei momenti  faccio appello al mio autocontrollo, ma tutto è inutile ,più mi ripeto di stare tranquilla e più l’agitazione sale”.

 

Susanna”, le chiedo , “Con le verifiche scritte va un po’ meglio?”
 Abbassa lo sguardo.
“No” mi risponde, e aggiunge :  “Con  la   matematica è un disastro, cambio continuamente i segni delle espressioni senza accorgermene! Nell’ultima verifica ho preso due! I procedimenti erano tutti giusti, ma ho sbagliato i segni, ho fatto una moltiplicazione invece di  un’addizione e non sono riuscita a svolgere l’ultimo esercizio. Non riesco  a terminare il compito entro il tempo assegnato. In italiano succede un po’ la stessa cosa, faccio molti errori ortografici e prima di scrivere una parola devo rifletterci molto bene  onde evitare errori di doppie oppure omissioni di “H” .
Quest’anno (in seconda superiore) ,  per la prima volta l’insegnate di sociologia mi ha detto che le mie difficoltà potrebbero essere legate alla dislessia…(in lacrime)…mi puoi aiutare? Devo far capire ai miei professori che io ce la sto mettendo tutta…ma da sola non ce la posso fare!”

“Susanna come ti sei sentita dopo le parole dell’insegnate di sociologia?”
“ Per la prima volta ho  percepito che ,forse,  dietro tutta questa fatica potrebbe esserci  un      problema . Mi sono sentita capita, compresa, infatti nella sua materia vado molto bene  .   forse perché non mi sento impaurita, giudicata, è  un’insegnate che ha capito come valutarmi.”

Va bene Susanna” la rassicuro , “mi hai esposto le tue preoccupazioni molto chiaramente!!   Sei stata molto coraggiosa a raccontarmi il tuo percorso scolastico così “pieno” di e     molto brava  nell’attuare continuamente strategie nuove per aggirare l’ostacolo.
Ora asciugati le lacrime  e  , se lo desideri, ti racconto la mia storia, molto simile alla tua!!….

-Non lasciare che ti limitino, e non permettere a nessuno di giudicarti se non conosce l’entità del problema.-

 

Dott.ssa Psicologa Dri Vanessa

Specializzata in Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico

SCREENING GRATUITO PER LA VALUTAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ GRAFO-MOTORIE E POSTURALI DELLA SCRITTURA

Iniziativa rivolta a tutti i bambini che scrivono male, lentamente, con fatica o con difficoltà e quindi con scarsa motivazione.

 

La scrittura è un processo cognitivo specifico di estrema complessità neurologica che coinvolge innumerevoli meccanismi cerebrali.

L’elaborazione dello scritto infatti è il risultato dell’integrazione sequenziale di:

  • abilità motorie;
  • abilità linguistiche;
  • abilità emotive e motivazionali;
  • abilità attentive;
  • meccanismi di feedback visivo, propriocettivo, prassico e mnesico.

(“Insegnare a scrivere”, R. Pellegrini, L. Dongilli)

La scrittura è una competenza trasversale a tutte le materie scolastiche e non solo, di conseguenza le difficoltà in quest’area possono causare alti livelli di frustrazione con conseguente abbassamento dell’autostima ed evitamento di tutto ciò che potrebbe essere ad essa correlato.

Al giorno d’oggi, la presenza massiccia di dispositivi informatici nella nostra vita quotidiana, può portare molte persone a pensare che la scrittura a mano sia una pratica oramai superata e sostituibile.

Molti studi hanno dimostrato la superiorità della scrittura a mano rispetto all’uso della tastiera per l’apprendimento della lettura (Longcamp, Roth, Anton, Velay; 2003, 2005 / Longcamp, Zerbato-Poudou, Velay, 2005 / Longcamp, Boucard, Gillhodes, Luc Velay 2006) e numerosi test evidenziano come le aree celebrali reclutate durante compiti di scrittura a mano e di scrittura digitale (su tastiera), siano diverse. (Virginia Berninger et al).

 

Perché uno screening sulla scrittura?

Per trovare la soluzione adeguata alle difficoltà legate alla scrittura, è fondamentale valutare e comprendere quali siano le cause.

Se infatti il risultato finale può sembrare uguale, i motivi che stanno a monte ad uno scritto illeggibile o prodotto con estrema lentezza, possono essere tra i più disparati.

Ai fini di un miglioramento è quindi importante riconoscere e focalizzarsi sulle aree più problematiche, facendo leva al contempo sui punti di forza che ogni bambino ha.

PER INFORMAZIONI CONTATTARE:

DOTT.SSA TERAPISTA OCCUPAZIONALE VALENTINA MEDEOSSI

tel: 366. 733 1544

mail: centropermano@gmail.com

Disprassia…questa sconosciuta!

La disprassia è la difficoltà di esecuzione di un gesto o di un azione intenzionale, difficoltà di rapportarsi, programmare, coordinare ed eseguire atti motori in serie deputati e finalizzati a un preciso scopo obiettivo”. L. Sabbadini (2013).

Difficoltà di coordinazione motoria generale e fine, oltre a deficit percettivi (ma non cognitivi) che si traducono in difficoltà nelle autonomie della vita quotidiana e nell’apprendimento.


Generalmente il bambino disprassico ha difficoltà in moltissime azioni del quotidiano:

  • allacciarsi le scarpe,
  • scrivere,
  • leggere,
  • disegnare,
  • andare in bicicletta,
  • assemblare puzzle,
  • lanciare ed afferrare una palla,
  • fare attività sportive,
  • nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi.

In un bambino si può osservare:

  • goffaggine: caratterizzata ma movimenti impacciati, alterati nelle sequenze temporali, maldestri e poco o affatto efficaci;
  • posture inadeguate, dipendenti da scarsa consapevolezza del proprio corpo, le quali interferiscono sia sul mantenimento di un buon equilibrio sia sulla coordinazione del movimento;
  • confusione della lateralità con difficoltà ad orientarsi nello spazio e di trovare il proprio posto in una situazione nuova;
  • problemi di consapevolezza del tempo con difficoltà nel rispettare gli orari e nel ricordare i compiti nella giornata;
  • ipersensibilità al contatto fisico e problemi a portare vestiti in modo confortevole;
  • problemi nell’eseguire attività fisiche come correre, prendere ed usare attrezzi, tenere la penna e scrivere;
  • ridotto sviluppo delle capacità di organizzazione, con conseguenti evidenti difficoltà nell’eseguire attività che richiedono sequenze precise;
  • facile stancabilità;
  • scarsissima consapevolezza dei pericoli;
  • comportamenti fobici, compulsivi. (www.Disprassia.org)

Indicazioni per il percorso diagnostico-terapeutico

Generalmente i primi campanelli di allarme vengono notati dai genitori nei primi anni di vita del bambino.
Sarà il pediatra allora a consigliare alla famiglia di rivolgersi a uno psicologo o neuropsichiatra infantile.
Per casi di disprassia a nel nostro Centro “Per Mano” di Codroipo include il neuropsichiatria infantile, lo psicologo, il terapista della neuro-psicomotricità o il terapista occupazionale. La valutazione e l’intervento richiedono la valutazione di diversi aspetti che devono essere presi in carico da figure professionali differenti e che lavorano in modo integrato.

LA STORIA DI NINA
Nina si alza. Prima domanda che si pone: «È mattino o sera?». Poi si dirige verso la porta. Purtroppo calcola male la sua traiettoria. SBANG! Sbatte contro lo stipite della porta. Va in bagno: tutta un’avventura! Ci si deve sedere al posto giusto, prendere la carta igienica, strapparne un pezzo, pulirsi e infine tirare l’acqua. Ora, la colazione. Prima prova: versare il latte nella tazza senza rovesciarlo. Poi, mettere il cacao nel latte senza spargerlo dovunque. Infine, preparare i toast. Poi bisogna bere e mangiare senza rovesciare la tazza con una gomitata e ricordarsi di tenere la bocca chiusa mentre si mastica. Ora ad attendere Nina c’è la sfida del vestirsi. Non mettere i vestiti al contrario, infilare le braccia nelle maniche e non nell’apertura per la testa, le gambe nei pantaloni senza cadere, abbottonare, mettere le calze, infilare il piede nella scarpa giusta, indossare il cappotto e poi abbottonarlo. Nina si concentra con tutte le sue forze e, dopo qualche difficoltà con i vestiti «disobbedienti», è vestita da capo a piedi. È ora di andare a scuola. Nina si precipita fuori. Ops! Ha dimenticato la cartella! Ritorna a casa per prenderla. Dove sarà mai? Nina non ricorda assolutamente dove l’ha messa. Per fortuna la mamma l’ha trovata. Nina esce di nuovo. Da che parte deve andare per la scuola? A destra o a sinistra? Nina va a destra. «Dall’altra parte, Nina!» grida sua madre che la segue. Nina arriva a scuola appena in tempo e va in classe. Si siede al suo posto e comincia a disfare la cartella. Prima attività del mattino: copiare la lezione scritta alla lavagna. Nina non trova più la matita e comincia cinque minuti dopo i compagni. Pur mettendocela tutta, riesce appena a scrivere la metà della lezione mentre tutta la classe ha già finito. «Peggio per te Nina, resterai in classe nell’intervallo per finire di copiare!» La bambina abbassa la testa. (Ed.Erikson) 

 

SCREENING GRATUITO ETA’ SCOLARE DALL’ 8 AL 13 GENNAIO

Il Centro Per Mano è ha disposizione nella seconda settimana del mese di gennaio per effettuare screening gratuiti per gli alunni dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, e per gli alunni delle scuole primarie, primarie di primo grado.

 

“Con il termine screening si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico, selezionato in precedenza” (test predittivo)

Detto in altri termini, si cerca di capire, tramite alcuni test, se siano opportuni ulteriori approfondimenti (la vera e propria valutazione diagnostica) oppure no.

 

PERCHE’ NON FARE DIRETTAMENTE UN APPROFONDIMENTO DIAGNOSTICO?

L’indagine neuropsicologica si consiglia quando sono presenti degli indicatori o si individuano dei “campanelli d’allarme” che fanno ipotizzare una difficoltà legata agli apprendimenti scolastici, all’attenzione, al linguaggio… L’approfondimento diagnostico è un percorso più lungo rispetto ad uno screening e necessita di un impegno mentale (per il bambino/ragazzo) ed economico (per  la famiglia). Lo screening, quindi, viene consigliato per individuare gli alunni che necessitano di un approfondimento diagnostico, evitandolo tale procedura a chi non ne ha bisogno.

 

COSA SUCCEDE SE LO SCREENING CONFERMA I DUBBI DELLA FAMIGLIA o/e DELLE INSEGNANTI?

Si procederà con un approfondimento neuropsicologico più completo che consentirà di comprendere il tipo di difficoltà dell’alunno e la modalità migliore per poter intervenire. Le valutazioni saranno effettuate attraverso test standardizzati per valutare il quoziente intellettivo, le funzioni attentive, la memoria,il linguaggio…e l’area degli apprendimenti scolastici (lettura, scrittura e calcolo).

 

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PER ADERIRE E FISSARE UN APPUNTAMENTO CONTATTARE IL NUMERO 340.7816115

Le richieste di screening per i bambini della scuola dell’infanzia saranno svolti dalla Logopedista

Le richieste di screening per i bambini della scuola primaria o/e primaria di primo grado saranno svolti dalla Psicologa esperta nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

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La Psicologa: Dott. Dri Vanessa  Esperta in DSA.

La Logopedista: Galasso Lara

DIAGNOSI DSA e SCUOLA

Per la diagnosi DSA vorrei rivolgermi al privato, ma la scuola la riterrà valida ???

…chiariamoci le idee…

Mi imbatto quotidianamente in informazioni pressapochistiche, fuorvianti, e contrastanti comunicate ai genitori, che in balia delle molteplici e poco chiare informazioni, non sanno cosa fare…

Con l’entrata in vigore della legge 170/2010 che regolamenta le questioni inerenti i Disturbi Specifici dell’Apprendimento scolastico (DSA), molte regioni non hanno emanato alcuna normativa che regolamenti la questione al proprio interno, o meglio alcune regioni Italiane hanno gestito e regolamentato tale normativa in modo autonomo (ognuno con le sue regole per capirci). Ad esempio il Veneto e il Friuli Venezia Giulia seguono delle linee guida completamente diverse.

A noi interessa il FVG !!! Vediamo….

In Friuli Venezia Giulia un protocollo d’intesa nel 2014 ha sancito che la diagnosi compete ai servizi pubblici e a quelli privati accreditati convenzionati con il Sistema sanitario regionale. Non sono però state specificate le figure professionali coinvolte nella diagnosi né risultano ancora accreditamenti di strutture private.

Attenzione però.. (trovate in rosso  i passaggi fondamentali, invito comunque all’attenta lettura)

La Circolare Ministeriale “Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, si rivolge alle scuole e riporta:

Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda – nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate – di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, carenze fondatamente riconducibili al disturbo. Pervengono infatti numerose segnalazioni relative ad alunni (già sottoposti ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola) che, riuscendo soltanto verso la fine dell’anno scolastico ad ottenere la certificazione, permangono senza le tutele cui sostanzialmente avrebbero diritto. Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono. Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato, le certificazioni dovranno essere presentate entro il termine del 31 marzo, come previsto all’art.1 dell’Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni sulle certificazioni per i DSA (R.A. n. 140 del 25 luglio 2012).

la seguente nota ministeriale “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali. A.S. 2013/2014 chiarimenti.”, riporta:

Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA , il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione. E’ quindi peculiare facoltà dei Consigli di classe o dei team docenti individuare – eventualmente anche sulla base di criteri generali stabiliti dal Collegio dei docenti – casi specifici  per i quali sia utile attivare percorsi di studio individualizzati e personalizzati, formalizzati nel Piano Didattico Personalizzato, la cui validità rimane comunque circoscritta all’anno scolastico di riferimento.

 

Si specifica che:

Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010 – le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie. Pertanto, le strutture pubbliche ( e quelle accreditate nel caso della Legge 170), rilasciano “certificazioni” per alunni con disabilità e con DSA. Per disturbi ed altre patologie non certificabili (disturbi del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.), ma che hanno un fondamento clinico, si parla di “diagnosi”.

 

TORNANDO ALLA DOMANDA INIZIALE…

-La scuola riterrà valida la diagnosi di un privato?

La diagnosi eseguita dal clinico in collaborazione dell’equipe multidisciplinare (psicologo, logopedista,neuropsichiatra infantile) è da ritenersi sempre valida.

 

-Può la scuola rifiutarsi di mettere in atto gli aiuti previsti?

La suola non può rifiutarsi gli mettere in atto gli aiuti per l’alunno, può tuttavia decidere di non formalizzare (realizzare il pdp) ma deve giustificare la sua scelta, motivandola formalmente alla famiglia.

Dott.ssa Psicologa Dri Vanessa
Specializzata in Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico.