Pochi giorni fa ho conosciuto Susanna, frequenta la seconda superiore del Liceo delle Scienze Umane.
Arriva, accompagnata dai suoi genitori, si siede di fronte a me con a lato i suoi genitori.
Mi presento mentre osservo le sue mani giunte trattenere un tremore.
Invito la famiglia a raccontare il motivo che li ha portati a questo incontro e Susanna , senza lasciare spazio di parola ai genitori, manifesta il peso di questo fardello che sente tutto suo e con gli occhi colmi di lacrime mi dice:
“Io non sono stupida, ma è quello che vogliono farmi sembrare” .
Le dico “ Parlami” , e lei continua:
“Fin da piccolina ho sempre fatto molta fatica a studiare e ora , in seconda superiore, lo studio sta diventando logorante, ogni giorno ci sono una o più verifiche, ogni giorno ci sono una o più interrogazioni. Per poter stare al passo con i mie compagni studio tutto il giorno, rimango sveglia anche fino alle due di notte per ripassare le materie già studiate, poi arrivo a scuola e davanti ai professori mi crollano tutti gli schemi e le mappe mentali che ho costruito , tutto ciò che ho studiato fino a poche ora prima, svanisce nel nulla.
Allora ho provato a svegliarmi alle cinque del mattino, ma anche questa strategia non ha dato risultati. A volte sono fortunata l’insegnante mi chiede un argomento a piacere e in quelle situazioni riesco a ricordarmi tutte le frasi studiate a memoria.
Il mio discorso fila liscio , apparentemente sembra che l’argomento io l’abbia capito … in realtà, sto ripetendo, come un pappagallo, tutte le frasi del libro…e non c’ho capito una mazza!! Però i professori sono contenti, dicono che in certe occasioni ho buone proprietà di linguaggio.
Il problema sussiste quando le interrogazioni spaziano su più capitoli, i concetti li so mi creda, li ho ben chiari in mente ma non riesco a esprimermi, a formulare una frase di senso compiuto. Poi inizia a tremarmi la voce, percepisco la mia agitazione, mi irrigidisco perché sono consapevole che le cose non stanno prendendo la piega giusta, in quei momenti faccio appello al mio autocontrollo, ma tutto è inutile ,più mi ripeto di stare tranquilla e più l’agitazione sale”.
“Susanna”, le chiedo , “Con le verifiche scritte va un po’ meglio?”
Abbassa lo sguardo.
“No” mi risponde, e aggiunge : “Con la matematica è un disastro, cambio continuamente i segni delle espressioni senza accorgermene! Nell’ultima verifica ho preso due! I procedimenti erano tutti giusti, ma ho sbagliato i segni, ho fatto una moltiplicazione invece di un’addizione e non sono riuscita a svolgere l’ultimo esercizio. Non riesco a terminare il compito entro il tempo assegnato. In italiano succede un po’ la stessa cosa, faccio molti errori ortografici e prima di scrivere una parola devo rifletterci molto bene onde evitare errori di doppie oppure omissioni di “H” .
Quest’anno (in seconda superiore) , per la prima volta l’insegnate di sociologia mi ha detto che le mie difficoltà potrebbero essere legate alla dislessia…(in lacrime)…mi puoi aiutare? Devo far capire ai miei professori che io ce la sto mettendo tutta…ma da sola non ce la posso fare!”
“Susanna come ti sei sentita dopo le parole dell’insegnate di sociologia?”
“ Per la prima volta ho percepito che ,forse, dietro tutta questa fatica potrebbe esserci un problema . Mi sono sentita capita, compresa, infatti nella sua materia vado molto bene . forse perché non mi sento impaurita, giudicata, è un’insegnate che ha capito come valutarmi.”
“Va bene Susanna” la rassicuro , “mi hai esposto le tue preoccupazioni molto chiaramente!! Sei stata molto coraggiosa a raccontarmi il tuo percorso scolastico così “pieno” di e molto brava nell’attuare continuamente strategie nuove per aggirare l’ostacolo.
Ora asciugati le lacrime e , se lo desideri, ti racconto la mia storia, molto simile alla tua!!….
-Non lasciare che ti limitino, e non permettere a nessuno di giudicarti se non conosce l’entità del problema.-
Dott.ssa Psicologa Dri Vanessa
Specializzata in Disturbi Specifici dell’Apprendimento Scolastico