Ritardo di linguaggio e terapia neuropsicomotoria

Impariamo a comunicare prima di imparare a parlare!

Imparare a parlare significa acquisire in un tempo relativamente breve, di norma nei primi tre anni di vita, una capacità straordinariamente complessa. Per comunicazione si intende la trasmissione di informazioni che tenga conto della sorgente e della destinazione, attraverso dei canali comunicativi diversi: canale verbale, ossia il linguaggio vero e proprio, e canale non verbale, all’interno del quale distinguiamo il linguaggio del corpo, lo sguardo, la mimica, la modulazione della voce e la gestualità.

Non si può parlare di sviluppo del linguaggio senza inserirlo all’interno di una più ampia capacità comunicativa, essendo i due canali strettamente collegati: spesso la dimensione linguistica non è che un aspetto che si inserisce in un quadro più complesso e vario.

Prima che si sviluppi il linguaggio è bene che siano presenti tutti quei prerequisiti fondamentali per un adeguato sviluppo della comunicazione:

  • l’intenzionalità comunicativa ossia la volontà di interagire con l’altro;
  • il contatto visivo e attenzione condivisa con l’altro;
  • l’imitazione non solo delle parole, ma anche delle azioni, dei gesti, espressioni facciali, vocalizzi.
  • i gesti comunicativi come il gesto indicativo o i gesti più complessi legati a situazioni di routine: battere le mani, fare ciao, “non c’è più” ecc. (gesti referenziali);
  • L’alternanza del turno;
  • il gioco simbolico: essere in grado di attribuire una funzione simbolica ad un oggetto, e saper “far finta” che sia qualcosa di diverso ancor prima di imparare ad utilizzare le parole in maniera simbolica dando loro significato.

In bambini con ritardo del linguaggio in cui sono assenti alcuni dei prerequisiti sopra descritti si consiglia quindi di intraprendere una terapia neuropsicomotoria.

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Perché prediligere un iniziale percorso neuropsicomotorio in bambini con ritardo di linguaggio?

L’intervento neuropsicomotorio, basandosi sulla globalità del bambino, stimola ed integra le diverse aree dello sviluppo infantile, permettendo un’evoluzione più armonica, meno invasiva, coinvolgente e motivante.

I bambini per cui è consigliato intraprendere questo tipo di percorso sono bambini che presentano:

  • uno sviluppo non adeguato dei prerequisiti del linguaggio;
  • difficoltà emotivo- relazionali: poco interesse nell’interagire con gli altri, difficoltà dI separazione da figure familiari, disregolati emotivamente (aggressivi, oppositivi-provocatori, eccessivamente capricciosi, rigidi);
  • instabilità psicomotoria: passano da un gioco all’altro senza mantenere un’attenzione adeguata, non riescono a stare fermi su un’attività per pochi minuti.

Scritto dalla Dott.ssa Laura Cocchiara e dalla Dott.ssa Silvia Sforza, Terapiste della Neuro e Psicomotricità.


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